L’ orticaria è una patologia dermatologica, caratterizzata dall’improvvisa comparsa di un’eruzione cutanea, solitamente pruriginosa.
Molti testi la definiscono direttamente con la descrizione delle lesioni elementari.
Questa affezione sembra essere stata segnalata sin dall’antichità (“aspiritudo” di Celso), confusa inizialmente con altre dermatosi, ha ricevuto il nome di “orticaria”, con un principio di individualizzazione nosologica alla fine del XVIII secolo.
Il nome tedesco “nesselfieber” si riferisce alla tipica reazione cutanea a seguito di un contatto con l’ortica pungente (Urtica dioica), una pianta comune. In inglese il termine “urtica” si riferisce sia alla lesione sia alla malattia. In latino il concetto è più chiaro: la lesione “urtica” o pomfo è una papula o placca normalmente pruriginosa, che si presenta e scompare nell’arco di brevi periodi di tempo.
Più precisamente, il pomfo è una papula edematosa:
- rilevata;
- sempre ben circoscritta;
- di colorito roseo o bianco porcellanaceo;
- di forma e grandezza variabili;
- di consistenza duro-elastica;
- con superficie cutanea normale.
Tali lesioni possono essere sia isolate sia confluenti.
L’orticaria si presenta quindi come una reazione cutanea facilmente riconoscibile e diagnosticabile.
Ha un’eziologia multifattoriale e si manifesta con una ampia varietà di sottotipi.
Due forme: orticaria acuta e orticaria cronica
Si possono individuare due tipologie di questo disturbo.
- Orticaria acuta a insorgenza improvvisa e dalla durata inferiore alle 6 settimane.
- Orticaria cronica, persistente da più di 6 settimane suddividibile a sua volta in:
- orticaria continua, con insorgenza di nuovi pomfi;
- orticaria ricorrente, con periodi casualmente
Nonostante la distinzione tra orticaria acuta e orticaria cronica, in entrambi i casi le lesioni sono quasi sempre di breve durata.
La differenza sostanziale consiste invece nel fatto che i pazienti con orticaria cronica sviluppano lesioni nuove per molte settimane, mesi o addirittura anni.
Orticaria e angioedema
È uno dei più comuni disturbi cutanei: sembra che il 20-30% degli individui abbia almeno un attacco di orticaria nella propria vita e occasionalmente, tipicamente nei casi più gravi, può essere associata ad angioedema. Il rapporto tra donne e uomini di circa 3 a 2.
Orticaria: cause
I diversi quadri clinici con cui la sindrome orticarioide può presentarsi sottendono alla loro origine numerosi meccanismi patogenetici.
Possiamo distinguere forme a patogenesi:
- immunologica in cui sono coinvolte le IgE e gli immunocomplessi circolanti;
- extra-immunologica dovuta all’attivazione non immunologica del complemento, all’attivazione delle chinine e delle prostaglandine;
- fisica.
Inoltre, esistono forme di difficile inquadramento.
Tipi di orticaria
L’orticaria può essere causata da agenti fisici e classificata in:
- orticaria dermografica
- con arrossamento (dovuto a vasodilatazione),
- con urticato,
- con formazione di rilievo bianco (dovuto a vasocostrizione e vasocompressione);
- orticaria da pressione;
- orticaria da freddo;
- orticaria da caldo;
- orticaria solare;
- orticaria colinergica, che si manifesta dopo esercizio o stress fisico;
- orticaria adrenergica;
- orticaria acquagenica;
- orticaria da contatto.
Orticaria: cura tradizionale
Per curare l’orticaria, la medicina convenzionale si affida a un approccio di tipo farmacologico che rimane il medesimo per le diverse forme di orticaria e non varia a seconda della tipologia del disturbo.
Il trattamento dell’orticaria prevede tradizionalmente la somministrazione di:
- antistaminici, sia per via orale sia, seppur meno frequentemente, per via topica;
- stabilizzatori di membrana;
- corticosteroidi, sia per via orale sia per via topica;
- agenti psicoterapici;
- antibiotici, antimicotici, antielmintici (terapia alla cieca).
In linea di massima non si hanno, da tali terapie, risultati soddisfacenti se non solo in fase di assunzione e spesso si registra una ripresa della sintomatologia in seguito alla loro sospensione.
Orticaria: alimentazione
Nella cura dell’orticaria l’alimentazione può giocare un ruolo importante.
Una dieta per l’orticaria, di norma prevede l’eliminazione di:
- crostacei;
- arachidi;
- cioccolato.
In generale è consigliabile evitare l’introduzione di alimenti di origine animale i quali, essendo ricchi in proteine e grassi saturi a elevato contenuto in acido arachidonico, precursore delle PG2 e dei leucotrieni, scatenano flogosi e reazioni allergiche con rilascio di radicali liberi che, stimolando la lipossigenasi, permettono ulteriore sintesi di leucotrieni e così via.
Orticaria: omeopatia
L’approccio omeopatico invece si concentra sulle manifestazioni funzionali o lesionali associate all’orticaria, ma attua anche un approfondito studio sia del biotipo in esame, e quindi del suo tratto costituzionale, sia delle diatesi dominanti.
L’orticaria è quindi considerata come una “patologia allergica” che colpisce maggiormente, ma non solo, le costituzioni carbonica e sulfurica.
Le diatesi più coinvolte sono la:
- psorica;
- sicotica;
- più raramente tubercolinica.
Fondamentale risulta l’interrogatorio omeopatico, mediante il quale si cercherà di scoprire:
- eziologia e le circostanze della comparsa;
- eventuali reazioni d’organo e d’organismo, passate e presenti;
- aspetti della lesione;
- localizzazione;
- modalità;
- studio della costituzione e del biotipo;
- studio delle diatesi;
- studio dei cambiamenti caratteriali.
Le cure omeopatiche saranno quindi:
- rimedi di lesione;
- rimedi di prurito;
- rimedi di diatesi;
- rimedi bioterapici o isoterapici.