La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle, non infettiva né contagiosa.
Può comparire a qualsiasi età, con frequenza circa pari nei maschi e nelle femmine.
I sintomi della psoriasi
La manifestazione clinica di aree cutanee eritemato-squamose e ispessite sulle estremità e sul tronco, spesso a localizzazione simmetrica, ha come controparte istologica l’acantosi, ossia l’aumento di spessore del malpinghiano dell’epidermide.
Negli strati più superficiali dell’epidermide è riscontrabile la presenza di cellule nucleate (paracheratosi).
L’interazione abnorme tra epidermide e derma provoca un aumento di profondità dei solchi epidermici nel derma.
Il colore rosso vivo delle lesioni psoriasiche corrisponde, sul piano istologico, a una componente infiammatoria con i capillari superficiali – che si proiettano nelle papille dermiche – dilatati e abnormemente tortuosi. Un infiltrato infiammatorio associato si estende nelle papille e spesso nella stessa epidermide.
Ciò è particolarmente evidente nelle forme con maggior componente infiammatoria, per esempio, la psoriasi pustolosa.
Psoriasi: le cause scatenanti
La patogenesi più probabile va ascritta a una serie convergente di condizioni:
- anomalie di proliferazione dell’epidermide;
- componente immunitaria;
- fattori genetici;
- distonie profonde.
Psoriasi: cura e approccio personalizzato
Si tratta di una patologia che richiede, quindi, sempre più un approccio “personalizzato” che sia in grado di distinguere al meglio le varie tipologie di paziente e individuare con precisione le finalità terapeutiche.
La psoriasi rappresenta indubbiamente una singolarità clinica sia per le difficoltà di inquadramento eziopatogenetico sia per le evidenti difficoltà che si incontrano nell’affrontarla a livello terapeutico.